domenica 28 agosto 2016

La divinità tra l'uomo e la montagna. Jean de Boulogne (Giambologna).


Opera dello scultore fiammingo Jean de Boulogne, conosciuto con il nome italianizzato di Giambologna, “Il Dio delle montagne” o “Colosso dell’Appennino” è un esempio di scultura “architettonica".

Eretta nel 1580 la scultura è alta 14 metri e si trova all’interno del parco di Villa Deminoff a Pratolino nei pressi di Firenze.

Alla base del colosso si trova un’apertura che porta all’interno costituito da varie grotte, le stanze erano un tempo aperte al pubblico.
Col passare degli anni il mondo intero si è dimenticato di questa meravigliosa scultura, nonostante la villa sia aperta ai visitatori nel periodo estivo, le stanze all’interno del gigante sono chiuse.

L’esterno della statua è irregolare, con sapiente gioco "scultoreo" l'artista di Douai crea una superfice spugnosa, che pare ricoperta da detriti, viene infatti riprodotto l’aspetto del Dio che emerge dall’acqua.

All’interno vi è un camino la cui accensione produceva un fumo che abilmente incanalato fuoriusciva dalle narici della divinità. La testa stessa contiene una stanza la cui luce, quando viene accesa, nelle ore notturne fuoriesce dagli occhi e dalla bocca, dando la sensazione di un ritorno alla vita.
 





















 

mercoledì 24 agosto 2016

Sogni di primavera. Dante Gabriel Rossetti.


Autore:   Dante Gabriel Rossetti

Titolo dell’opera: Il sogno a occhi aperti (Monna primavera) – 1880

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 159 cm x 93 cm

Ubicazione attuale:  Victoria and Albert Museum, Londra.
 
 
 


Resta sconosciuto il contenuto dei pensieri della donna, lo sguardo perso oltre l’orizzonte, l’espressione sognante che evidenzia uno stato di grande emozione.

Un libro è abbandonato in grembo mentre la mano sinistra trattiene senza forza, quasi abbandonata, una rosa.

Con la mano destra si aggrappa ad un ramo, sembra un accenno ad un abbraccio come se il gesto fosse rivolto ad un amore lontano.

Rossetti, come accade in altre opere, idealizza la figura femminile che appare nella sua dolcezza, sensualità e bellezza, circondata dalle infinite sfumature di verde. I rami degli alberi, le foglie e le pieghe dell’abito, ricamano una “nuvola” attorno al viso della giovane.

La primavera, sembra incarnarsi nella sognante figura della donna, che come accade in questa stagione, vede fiorire la speranza e il desiderio di un futuro forte di un’intensa passione.

sabato 20 agosto 2016

Scacco matto, tra metafora e realtà, Maria Elena Vieira da Silva.


Autore:   Maria Elena Vieira da Silva

Titolo dell’opera: Scacco matto – 1949-50

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 89 cm x 116 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata.
 
 
 


Quadrati sovrapposti, rettangoli, losanghe, sagome che si intrecciano fino a creare una rete che fa da cornice all’essenza dell’opera.

La scacchiera al centro sembra scaturire dal gioco di prospettive, come se dal vortice esterno nascesse la figura centrale.

Infatti l’insieme sembra in perenne movimento, solo il “campo” centrale sembra immobile anche se i pezzi degli scacchi danno l’impressione di continuare lo scontro.

I colori tenui trasmettono una sensazione di serenità, nonostante il vorticoso incedere del quadro, tutto controllato dai morbidi contorni delle figure geometriche.

Vieira da Silva è influenzata dalle esperienze degli anni trenta, legate all’adesione all’astrattismo, dove dipinge quadri che evidenziano i contrasti di tonalità pastello e in generale, di colori tenui dove spiccavano le sfumature di grigio e bianco.

L’appartenenza al gruppo degli "astrattisti" ha portato la pittrice alla creazione di strutture lineari su sfondi indefiniti.

martedì 16 agosto 2016

Glossario dei termini tecnici, Miniatura.


Colorata decorazione dei manoscritti particolarmente popolare dal Medioevo fino al Rinascimento.
Per estensione, qualsiasi dipinto di minuscole dimensioni.

Il termine deriva da minium, un pigmento rossastro usato per le lettere iniziali dei manoscritti.

Le decorazioni su pergamena o cartapecora(ricavate da pelli di agnello o pecora) comprendevano minuti dipinti inseriti in lettere capitali ornate, fregi e cornici.

Con l’invenzione della stampa, l’arte della miniatura declinò rapidamente e solo pochi manoscritti miniati furono ancora prodotti all’inizio del sedicesimo secolo.

(Fonte : The art book)

 

venerdì 12 agosto 2016

Dagmar, Anders Zorn.


Autore:   Anders Zorn

Titolo dell’opera: Dagmar – 1911

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 88 cm x 63 cm

Ubicazione attuale:  Collezione privata.
 
 
 


L’apparizione di una ninfa che si specchia nelle cristalline acque di un lago.

Potrebbe essere questo il primo pensiero di chi osserva il dipinto, le lievi sfumature delle rocce e il verde della vegetazione si sommano all’indefinito spazio cromatico dell’acqua e creano l’ideale cornice alla donna che si bagna quasi distrattamente, assorta in altri pensieri.

Non vi è nulla di espressamente erotico nel quadro ma lo splendore della figura attira immediatamente lo sguardo dell’osservatore, questo non toglie alla scena un’aura di intima sensualità, un'innocente, e al tempo stesso provocante, passione che non esclude un lieve senso di spiritualità.

Il contesto non è del tutto definito, si comprende che siamo sulle rive di un corso d’acqua, lo scorcio del paesaggio fa pensare ad un torrente piuttosto che ad un lago, ma poco importa, è la bagnante la vera ed unica protagonista.

L’assenza di altre figure, crea in chi osserva la scena un pizzico di disagio, come se ci trovassimo a spiare un momento che dovrebbe rimanere intimamente privato.
 
 

mercoledì 10 agosto 2016

Glossario dei termini tecnici, Gouache, guazzo.




Sorta di acquerello opaco, costituito da pigmenti tenuti insieme da gomma arabica; i toni più chiari si ottengono con l’aggiunta di biacca.

Wilfredo Lam - the Jungle
In questo si differisce dall’acquerello trasparente, dove  colori si possono schiarire con semplice aggiunta di acqua.

La superficie spessa del guazzo può offrire gli stessi effetti della pittura a olio, ma presenta l’inconveniente che i colori una volta asciutti, diventano più chiari di come appaiono durante l’applicazione.

Utilizzato prevalentemente per i bozzetti che facevano da preludio ai dipinti a olio, il guazzo non ha mai trovato una collocazione definitiva pur mantenendo una personale peculiarità.

Gouache (dal francese) indica sia la tecnica di realizzazione sia le opere realizzate con questi materiali.

(Fonte : The art book)

sabato 6 agosto 2016

La proiezione del futuro, Henry Rousseau.


Autore:   Henry Rousseau  (il Doganiere)

Titolo dell’opera: Veduta del ponte di Sèvres – 1908

Tecnica: Olio su tela

Dimensioni: 81 cm x 100 cm

Ubicazione attuale:  Museo Puškin, Mosca.
 
 


Rousseau non ha mai goduto di buona critica, definito “infantile, ridicolo, artisticamente ignorante”, solo per citare i complimenti più leggeri. Ma non si è mai scoraggiato, ha portato avanti la sua arte fino a trasformarla in un marchio personalissimo.

Alla critica che lo accusava di approssimazione, si contrappone il pensiero di altri artisti che ne colgono gli spunti e si ispirano al nuovo modo di intendere il futuro, Kandinskij diventerà uno dei più importanti collezionisti delle opere di Rousseau mentre Picasso arriverà a definirlo un “maestro”.

E’ evidente la mancanza di preparazione e l’assenza di un pur minimo studio della prospettiva, il tratto è decisamente infantile, scolastico, lo stesso artista non ha mai negato l’assenza di studi specifici.

Ma in questo dipinto si evidenziano alcuni particolari  che spingono il mondo dell’arte verso un "domani" artistico, in cielo vediamo apparire un biplano, una mongolfiera e un dirigibile. Assieme alla presenza di due battelli che solcano il fiume rappresentano l’avvento della tecnologia, l’imminente ingresso nella modernità.

Nessuno tra gli impressionisti ed i postimpressionisti (ad esclusione di Surat) ha mai “ritratto” la Tour Eiffel, simbolo del progresso, lo ha fatto Rousseau che è andato oltre con la rappresentazione del mondo industriale e con i simboli di un mondo che si avviava ad un totale cambiamento, le macchine volanti.

Pur con uno stile spesso discutibile, Rousseau è uno dei primi artisti a dipingere il futuro partendo da un presente proiettato oltre i confini canonici.

martedì 2 agosto 2016

L'incontro con il "divino", Agostino Litterini.


Autore:   Agostino Litterini

Titolo dell’opera: Madonna con il Bambino e i Santi Rosa da Lima, Domenico e Caterina da Siena. 

Anno di realizzazione:  1675

Ubicazione attuale:  Chiesa di San Marco Evangelista, Foresto Sparso (Bergamo)


 

“Fino alla metà del 2006 il dipinto fu appeso con la bellissima cornice intagliata su disegno della bottega dei Fantoni; in origine, era collocato nell'ancona (realizzata su disegno del padre di Andrea Fantoni, Grazioso Fantoni il Vecchio), da cui fu asportato nel tardo XIX secolo, quando si decise di praticare una nicchia allo scopo di ospitarvi una statua in legno policromo della Madonna del Rosario. Il restauro dell'intera ancona fantoniana e la risistemazione della pala di Agostino Litterini nella collocazione originale hanno rigenerato quella magnificenza nella cui luce il dipinto del veneziano trova la sua massima esaltazione”.
(Lanfranco Ravelli)



L’opera trasmette svariate sensazioni, la Vergine sorregge il bambino quasi a mostrare la grandezza di Dio e al tempo stesso a proteggere il piccolo che sembra voler andare verso le figure dei santi, porgendo loro la corona del rosario.

Al contrario delle umili “Madonne con bambino” che hanno visto la luce in altre opere, qui la presenza regale viene evidenziata dagli angeli che sorreggono una corona e soprattutto dalla posizione della coppia che è assisa sopra un altare, segno di superiorità spirituale.
Ai piedi del basamento stesso notiamo Santa Rosa da Lima nell’atto di accogliere il dono di Gesù bambino, infatti notiamo come la religiosa peruviana non tende la mano per raccogliere la corona ma sembra aprire se stessa per poter essere un tutt’uno con il Cristo.
Accanto a Santa Rosa troviamo San Domenico che sembra volgere lo sguardo al di fuori della scena come ad indicare ad altre persone ciò che sta avvenendo. Ai piedi del Santo, sul primo gradino vi è dipinta la data del completamento dell’opera e la firma dell’autore.
Seduta sul primo dei tre gradini troviamo Santa Caterina da Siena, apparentemente “distante” da ciò che accade, si dedica alla lettura e alla meditazione, si ha l’impressione che attenda il proprio turno e che si stia preparando per il grande incontro con l’essenza divina.